Era una bella serata di ottobre: le stelle rilucevano nel cielo e un leggero venticello stormiva le fronde degli alberi, entrando clandestino nel salotto attraverso la finestra socchiusa.
Fryderyk si accasciò sulla poltrona, accanto al caldo camino, godendo il crepitio della fiamma, lasciando i pensieri occupare la sua mente turbata.
All’improvviso, due bambini entrarono nel salotto, rincorrendosi, ridendo e nascondendosi di tanto in tanto l’uno dall’altro. La bambina aveva delle trecce bionde arruffate e il grembiulino rosso che svolazzava in giro birichino. Stava scappando da un ragazzino, che cercava di acchiapparle l’orlo della gonna, invano.
Così pieni di gioia erano queste due creature, che il pianista dovette abbandonare per un istante i suoi cupi pensieri e osservarli divertito. Sembrava che danzassero sulle note di una musica sconosciuta, che solo loro potevano sentire. Fryderyk aguzzò l’orecchio tentando di carpirne la melodia. Le sue dita cominciarono a tamburellare sulle ginocchia, seguendo il ritmo di quella strana danza.
A un tratto i bambini smisero di rincorrersi e si volsero a malincuore verso l’entrata del salotto, dove era intanto apparsa la madre. Una donna dolce, sorridente il cui sguardo conquistò persino il cuore del figlio monello. Iniziò a parlare calma e tranquillità, esortando i bambini a prepararsi per la notte.
Prima di mandarli nelle stanze a vestirsi, si sedette sul divano accanto al camino e, preso entrambi in braccio, raccontò loro una storia d’avventura, di pirati, fate, streghe malvagie, mostri, cavalieri buoni e principesse bellissime. I bambini pendevano dalle sue labbra rapiti, fino al culmine della storia dove la tensione si poteva percepire dagli occhi sgranati della ragazzina.
La storia ebbe un naturale lieto fine e i bimbi furono mandati nelle rispettive stanze da letto. Essi obbedirono all’ordine, ma continuarono la loro danza sulle note della melodia che aveva tanto affascinato Fryderyk, finché le porte non si chiusero dietro a loro e alla madre. Si guardò intorno e vide il fuoco crepitare nel camino, il salotto vuoto, la finestra socchiusa. Il pianista era solo.
Ma la melodia non lo aveva abbandonato. E lui non l’avrebbe lasciata scappare.
http://www.youtube.com/watch?v=txOeRxcqKzc&feature=mh_lolz&list=HL1316542364
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